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La sonda spaziale Mars scatta nuove immagini del più grande vulcano del sistema solare

Jul 27, 2023

Una navicella spaziale in orbita attorno a Marte ha catturato prove del drammatico passato del Pianeta Rosso.

L'orbiter Mars Express dell'Agenzia spaziale europea (ESA) ha catturato nuove immagini del più grande vulcano del nostro sistema solare, l'Olympus Mons, concentrandosi su una regione "sgualcita" e torturata della periferia della montagna chiamata Lycus Sulci.

L'Olympus Mons, due volte e mezzo più alto del Monte Everest, è circondato da "aureole" di roccia e suolo marziano, che sono una chiara prova di antiche e colossali frane. Cosa potrebbe aver innescato eventi su così vasta scala? La lava fusa una volta si riversò (e formò) il vulcano grande quanto l'Arizona, che non erutta da circa 25 milioni di anni. Questa lava, spiega l'ESA, ha sciolto il ghiaccio marziano nella roccia sottostante, destabilizzando il bordo esterno del vulcano. Grandi masse di questa roccia poi si staccarono.

"Questo collasso si è verificato sotto forma di enormi cadute di massi e frane, che sono scivolate verso il basso e si sono diffuse ampiamente nelle pianure circostanti", ha affermato l'agenzia spaziale.

Nella prima immagine qui sotto, potete vedere la parte increspata della periferia di Olympus Mons catturata dal Mars Express Orbiter.

La seconda immagine mostra una "vista prospettica obliqua di Lycus Sulci", una vista generata dalle aree appena riprese combinate con il modello digitale del terreno dell'agenzia, creando un'immagine ad alta risoluzione di questa caratteristica marziana unica.

L'immagine finale rivela due diverse frane catturate dalla navicella spaziale Mars Express dell'ESA, spesso in orbita a oltre 185 miglia sopra il pianeta.

Tali massicce frane possono avere uno spessore di centinaia di metri o metri. "Tuttavia, per questo colosso, che ha visto numerosi crolli colossali e sovrapposti, possono avere uno spessore fino a due chilometri [oltre 1 miglio]", ha osservato l'agenzia spaziale.

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Oggi Marte è un deserto molto più tranquillo. Non c'è lava attiva che scorre sulla superficie, ma, forse qualche centinaio di migliaia di anni fa o meno, la lava potrebbe essersi riversata vicino alla superficie. Inoltre, di tanto in tanto Marte viene colpito da terremoti relativamente enormi: la risalita del magma marziano potrebbe aver stressato il terreno in alcuni punti, provocando terremoti.

Molto tempo fa, quando l'acqua scorreva anche sulla superficie marziana, è possibile che il pianeta ospitasse una vita microbica primitiva, il tipo di vita microbica che i rover della NASA, grandi quanto un'auto, stanno cercando nell'arido deserto di Marte.

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